Scienziato, filosofo e teologo
francese. Entrato nel 1899 nella Compagnia di Gesù, prese i voti nel
1911. Professore di Geologia e Paleontologia all'Institut catholique di Parigi,
dedicò gran parte della sua vita alla ricerca attiva, cercando di
determinare le tappe dell'evoluzione biologica dai primati superiori alla
formazione della specie umana attuale (
Homo sapiens), attraverso gli
anelli intermedi delle scimmie antropomorfe (per esempio, gli Australopitechi) e
delle specie umane estinte (per esempio, i Pitecantropi). Recatosi in Cina, nel
1929 partecipò alla spedizione che portò alla scoperta, presso
Chou-Kou-Tien, di alcuni resti umani considerati la conferma dell'esistenza di
una specie intermedia tra il Pitecantropo e l'
Homo sapiens, che fu
denominata
Sinanthropus pekinensis. All'attività di scienziato e
ricercatore,
T. associò costantemente la riflessione speculativa,
giungendo all'elaborazione di un sistema di pensiero basato sull'idea di
un'evoluzione cosmica che porta dalla materia originaria allo psichismo umano.
La teoria scientifica di
T., che volle sempre rimanere un fedele e
disciplinato membro della Compagnia di Gesù nonostante le riserve che
venivano mosse nei confronti del suo pensiero da parte di qualificati esponenti
del mondo cattolico, proponeva all'uomo contemporaneo una visione rinnovata del
Cristianesimo, espressa da una suggestiva e ardita sintesi di scienza e fede. La
concezione evoluzionistica di
T. si sviluppa su un'intuizione di fondo,
quella dell'estensione cosmica della coscienza, che lo ha indotto a formulare,
sulla base di osservazioni e analogie, la legge universale di organizzazione
biologica, cioè la legge di complessità-coscienza, per la quale a
forme organiche più evolute corrispondono forme più elevate di
psichismo. In corrispondenza dell'esterno (
dehors) vi è un interno
(
dedans) delle cose, definibile in termini di spontaneità e di
centricità cosciente, secondo una modalità che rimane, comunque,
ben lungi dalle forme tradizionali di panpsichismo affermanti l'universale
spiritualità della natura, elaborate da poeti e filosofi. Tale concezione
si riferisce soprattutto a una realtà in movimento in senso evolutivo,
dove ogni elemento rappresenta il punto di emergenza di un lungo processo,
appartenendo all'universo ed essendo così solidale con ogni altra
entità, anche la più distante nello spazio e nel tempo. La
coscienza, quindi, non può essere considerata come un'anomalia rispetto
alla totalità cosmica; piuttosto deve essere vista come una
virtualità insita a ogni livello di realtà. Sul piano anatomico, a
livello animale, la legge di complessità-coscienza si manifesta come
rapporto tra l'organizzazione del sistema nervoso centrale e le corrispondenti
capacità psichiche di un individuo, ed è facilmente osservabile in
forma sperimentale. Questa prospettiva pone interessanti questioni sulla natura
dell'uomo. Da un lato esso appare come un prodotto dell'evoluzione, quindi
prodotto della stessa materia dell'universo; dall'altro, in base alla forma di
psichismo che lo caratterizza, si distingue dal resto della natura per la sua
capacità di avere coscienza del proprio essere e di evolversi sul piano
culturale. Inoltre, l'universalità del processo evolutivo richiede che in
questo modo l'evoluzione continui anche dopo l'avvento dell'uomo.
T.
ritiene che l'evoluzione non sia ancora conclusa ma non riguardi l'aspetto
materiale dell'organizzazione biologica, bensì il piano psichico. L'uomo
non è dunque in cammino verso la generazione di un superorganismo, ma
verso l'unificazione planetaria dell'energia psichica, in termini di
socializzazione e di umanità. Le idee di
T. implicano il
coinvolgimento di una problematica filosofica e religiosa: egli considera non
solo compatibile la sua concezione con l'idea di creazione e con i dogmi della
tradizione cristiana, ma la ritiene più idonea delle filosofie che
già si sono ispirate al Cristianesimo a dare alla figura di Cristo la sua
giusta dimensione nella storia. Cristo non è solo un personaggio storico,
generato dal popolo d'Israele, è anche il punto di consumazione finale
della storia, l'Omega, generato dallo sforzo di tutta l'umanità e,
attraverso essa, di tutta la creazione. Immanente in tal modo alla storia,
Cristo è anche trascendente, è cioè, da sempre,
supremamente attuale come motore soprannaturale dell'evoluzione. La cosmologia
evolutiva costituisce così nella sintesi di
T. una nuova prova
dell'esistenza di Dio, che crea l'universo traendolo dall'assoluta
molteplicità del non essere verso la suprema consumazione
nell'unità. Tra le principali opere, molte delle quali pubblicate dopo la
sua morte, ricordiamo:
Il fenomeno umano (1955),
L'apparizione
dell'uomo (1956),
La visione del passato (1957),
L'avvenire
dell'uomo (1959),
L'inno dell'universo (1964) (Sarcenat,
Puy-de-Dôme 1881 - New York 1955).